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Museo storico |
Il museo per la storia dell’università di Pavia è situato nella sede centrale dell’ateneo universitario. Inaugurato nel 1936, quindi in piena epoca fascista, è composto, per come oggi lo conosciamo, dall’ insieme di materiali provenienti da differenti gabinetti del settore scientifico, storico ed anatomico.
I gabinetti, parola di origine francese, nascono come una sorta di
incrocio tra musei e centri di ricerca, e si sviluppano soprattutto nell’epoca
teresiana (in questo periodo la città di Pavia è sotto il dominio asburgico) in
quanto voluti fortemente da Maria Teresa d’Austria. Quest’ultima era
intenzionata ad accrescere e migliorare l’istruzione italiana soprattutto in
ambito universitario: ordina così che le lezioni vengano fatte in italiano e non
più in latino; che lo studio e l’apprendimento non sia più legato solamente ai
libri ma che avvenga anche tramite incontri, seminari e con la creazione di
strutture atte a coltivare interessi accademici, teorie e specializzazioni. Con
una serie di manovre stabilisce quindi la creazione di diversi gabinetti al cui
vertice inserisce scienziati o studiosi dell’epoca come A. Volta, L.
Spallanzani, A. Scarpa, ecc.
All’interno del museo, suddiviso in due settori argomentativi dominanti
(quello anatomico e quello della fisica), è possibile trovare nella sezione medicina-chirurgia
documenti o testi storici di anatomia; strumenti di medicina e chirurgia;
sculture o raffigurazioni di importanti e famosi scienziati o di ricercatori in
generale. E’ possibile esaminare, perché conservati più che ottimamente, resti
di parti anatomiche o esemplari di scheletri umani.
Per quanto riguarda la sezione di fisica, dove troviamo invenzioni
di fisica, ottica o ingegneria meccanica, è presente al completo l’originario
gabinetto di Alessandro Volta con tutti i suoi elementi originali.
La parte più affascinante ritengo sia l’insieme delle invenzioni del famoso
scienziato collocati sulla sua spaziosa scrivania in legno.
E’ possibile osservare:
- l’elettroforo perpetuo, sua prima
invenzione che rendeva possibile. tramite lo sfregamento della base
“schiacciata”, la creazione di scariche elettriche che andassero a ricaricare altri oggetti/strumenti.
- la pistola in vetro inventata
ed usata da Volta purché riempita di aria e metano e fatta funzionare grazie
alla vicinanza con le scariche elettriche
- elettrometri quadrati, ideati da Volta perché
andassero a sostituire quelli tondi (ben poco precisi e utili), che
misuravano la tensione elettrica in maniera unisona quindi con medesimi gradi di tensione, uguali per tutti.
- Bottiglie di leida, le prime e più vecchie forme di
condensatore, utilizzate per gli esperimenti che lui stesso faceva con
l’elettricità.
- un esempio di ricostruzione della “famosa” pila di Volta
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