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Autori: Irene Dimasi, Gaia Fantini, Arianna Venturini e Federica Boggiani

[Blog creato per il progetto d'esame universitario, UNIPV, del corso di Comunicazione digitale]

giovedì 2 maggio 2013

Museo per la storia dell'università di Pavia

Museo storico

Il museo per la storia dell’università di Pavia è situato nella sede centrale dell’ateneo universitario. Inaugurato nel 1936, quindi in piena epoca fascista, è composto, per come oggi lo conosciamo, dall’ insieme di materiali provenienti da differenti gabinetti del settore scientifico, storico ed anatomico.
I gabinetti, parola di origine francese, nascono come una sorta di incrocio tra musei e centri di ricerca, e si sviluppano soprattutto nell’epoca teresiana (in questo periodo la città di Pavia è sotto il dominio asburgico) in quanto voluti fortemente da Maria Teresa d’Austria. Quest’ultima era intenzionata ad accrescere e migliorare l’istruzione italiana soprattutto in ambito universitario: ordina così che le lezioni vengano fatte in italiano e non più in latino; che lo studio e l’apprendimento non sia più legato solamente ai libri ma che avvenga anche tramite incontri, seminari e con la creazione di strutture atte a coltivare interessi accademici, teorie e specializzazioni. Con una serie di manovre stabilisce quindi la creazione di diversi gabinetti al cui vertice inserisce scienziati o studiosi dell’epoca come A. Volta, L. Spallanzani, A. Scarpa, ecc. 




All’interno del museo, suddiviso in due settori argomentativi dominanti (quello anatomico e quello della fisica), è possibile trovare nella sezione medicina-chirurgia documenti o testi storici di anatomia; strumenti di medicina e chirurgia; sculture o raffigurazioni di importanti e famosi scienziati o di ricercatori in generale. E’ possibile esaminare, perché conservati più che ottimamente, resti di parti anatomiche o esemplari di scheletri umani.




Per quanto riguarda la sezione di fisica, dove troviamo invenzioni di fisica, ottica o ingegneria meccanica, è presente al completo l’originario gabinetto di Alessandro Volta con tutti i suoi elementi originali. La parte più affascinante ritengo sia l’insieme delle invenzioni del famoso scienziato collocati sulla sua spaziosa scrivania in legno. 
E’ possibile osservare:

- l’elettroforo perpetuo, sua prima invenzione che rendeva possibile. tramite lo sfregamento della base “schiacciata”, la creazione di scariche elettriche che andassero a ricaricare altri oggetti/strumenti.

- la pistola in vetro inventata ed usata da Volta purché riempita di aria e metano e fatta funzionare grazie alla vicinanza con le scariche elettriche

- elettrometri quadrati, ideati da Volta perché andassero a sostituire quelli tondi (ben poco precisi e utili), che misuravano la tensione elettrica in maniera unisona quindi con medesimi gradi di tensione, uguali per tutti.

- Bottiglie di leida, le prime e più vecchie forme di condensatore, utilizzate per gli esperimenti che lui stesso faceva con l’elettricità.





- un esempio di ricostruzione della “famosa” pila di Volta






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